Occupazione di Place de la République: rendere visibili i rifugiati nello spazio urbano

Francesca Barca
4 min readNov 24, 2020

--

*questo post è stato scritto in fretta, contiene qualche errore e imprecisione, me ne scuso, verrà corretto nei prossimi giorni (martedì 24 novembre, 12:30)*

Foto: Utopia56/Twitter

#OccupeRepublique

Ieri sera, lunedì 23 novembre, nel corso di un’azione simbolica — simbolica fino a un certo punto perché alcuni dei partecipanti non dormono da 3/4/5 giorni — l’associazione Utopia56 ha occupato Place de la République a Parigi insieme a circa 350 rifugiati.

Altrettante tende sono state montate sul parvis della piazza, circondate da militanti, cittadini, giornalisti, avvocati. Velocemente — circa dopo un’ora — la polizia è arrivata. La situazione è degenerata abbastanza rapidamente e la polizia ha smontato le tende (a volte con ancora le persone all’interno), disperso le persone, disperso i manifestanti, aggredito a colpi di manganello e granate.

Un giornalista, Rémy Buisine, è stato aggredito.

Cittadini e rifugiati sono stati dispersi: alcune cantine solidali si sono occupate di distribuire pasti e coperte durante la notte.

I rifugiati presenti in piazza erano soprattutto afgani. Fanno parte delle circa 800/1000 persone che non sono rientrate nell’operazione di “mise à l’abri”, ovvero “messa al sicuro” dalle autorità: un’espressione che viene usata dalla Prefettura per gli sgomberi dei campi di rifugiati che regolarmente si creano a Parigi. L’ultimo è stato sgomberato una settimana fa, martedì 17 dicembre, e sorgeva a Porte de Paris, a Saint Denis, nel nord della capitale.

Il campo “ospitava” circa 2500 persone, soprattutto uomini, ma anche qualche famiglia con bambini. Di questi circa 1500 sono stati assegnati a hotel, palestre, centri di accoglienza. Tanti sono stati rimessi in strada il giorno stesso: letteralmente, a qualche chilometro dal punto in cui sono stati fatti salire sul pullman. Alcuni avranno un alloggio per qualche settimana o mese, per pochi sarà definitivo. Questo sgombero è considerato dalle associazioni che si occupano di migranti, uno dei più violenti mai visto.

Le circa 1000 persone che non sono state fatte salire sui pullman sono state scortate da cordoni della polizia verso il nord della capitale, senza particolare motivo, senza meta specifica: poi a un certo punto dispersi con uso di gaz lacrimogeni. È stato loro vietato di sedersi, di usare sanitari, di dormire (l’operazione è durata fino al giorno successivo ed è proseguita a fasi alterne in settimana: Libération parla di “Caccia all’uomo”).

L’azione di Utopia56 aveva come scopo di rendere visibili queste persone nello spazio pubblico: esistono, senza che i poteri pubblici le prendano effettivamente in carica.

Il campo di Saint-Denis è il 70 esimo sgomberato. Lo sgombero precedente risale a luglio 2020: 2000 persone che vivevano a Aubervilliers, lungo il canale, a 3 chilometri da Porte de Paris. Questi campi sono gli ennesimi di una serie che è iniziata nel cuore di Parigi (Stalingrad, La Chapelle… ): ogni volta la soluzione è stata la stessa, ovvero spostare il problema più a nord, più lontano dal centro città, più verso in banlieue.

Il Ministro degli Interni, Gérald Darmanin, si è dettoscioccato dalla dispersione del campo illegale” e, dice, chiederà spiegazioni al Prefetto. Va detto che Darmanin si è dichiarato scioccato tante volte da immagini di violenza (perché sono tantissime, da due anni a questa parte, parte del decoro di quasi tutte le manifestazioni in Francia), va detto che ha chiesto tante spiegazioni… nulla per ora è stato fatto.

Darmanin è il promotore della legge Sécurité Globale, quella che, nel suo articolo 24, chiede di rendere illegale una cosa perfettamente legale, ovvero di riprendere e diffondere immagini delle forze dell’ordine nell’esercizio della loro funzione.

L’operazione di lunedì 23 novembre fa eco ad un’altra realizzata da Utopia56 davanti a Hotel de Ville a settembre: 200 rifugiati nella stessa situazione, hanno montato il loro campo davanti alla piazza del comune di Parigi. In quel caso per la notte le sale dell’hotel de ville sono state aperte per accoglierli. E la municipalità si è occupata di trovare una soluzione.

Qui sotto una serie di articoli e thread twitter più esaustivi delle righe ho scritto così in fretta.

Immagini e video di Armel Baudet di Mediapart

--

--

No responses yet