I miliardari e i media in Francia. Concentrazione e estrema destra. Appunti
Una caratteristica che si sta disegnando in maniera evidente in Francia è quella della concentrazione mediatica nelle mani di gruppi industriali alla testa dei quali c’è un miliardario, uomo, che ha un progetto politico.
In questo caso non in senso berlusconiano — soldi, libertà (di fare quel che gli pareva) e potere — ma nell’ottica di una visione del mondo da servire. Una militanza che ricorda più i personaggi come l’americano Peter Thiel, per esempio.
Vincent Bolloré alla testa del gruppo che porta il suo nome (sport, comunicazione, trasporti) ha iniziato ad investire nei media, in particolare con i canali del gruppo Canal+ (C8, Canal+, CNews, CStar), nell’edizione (Editis, si stima che detenga oltre il 70 per cento del mercato dei manuali scolastici), radio (Europe 1 e RFM) e nella stampa, con Télé-Loisirs, Geo, Gala, Voici, Femme actuelle, Capital, Paris Match e Le Journal du dimanche (JDD).
Una caratteristica dei giornali, delle radio e delle TV di questo gruppo è la scelta di opinionisti, giornalisti e invitati che fanno parte dell’universo culturale della destra ultraconservatrice e/o estrema e di una TV spettacolo e scandalistica.
L’ultima tappa è la scelta del nuovo direttore del JDD, alla cui testa è stato messo Geoffroy Lejeune, ex direttore della pubblicazione di estrema destra — radicalizzata ulteriormente sotto la sua direzione — Valeurs Actuelles. Questa scelta ha aperto uno sciopero di 40 giorni in seno alla redazione del JDD, una pubblicazione che si puo’ definire tutt’altro che di sinistra, che si è chiusa con la partenza di diversi giornalisti.
Il patrimonio di Bolloré è stimato a circa 10 miliardi di euro.
Diverse inchieste e analisi spiegano, senza ambiguità, come i media di Vincent Bolloré lavorano per una grande alleanza della destra francese (RN e destra conservatrice). Bolloré ha un’agenda politica della quale non fa mistero e che mira a costruire una grande destra ultraconservatrice.
Per esempio Eric Ciotti (leader del partito di destra conservatrice Les Républicains, LR) , in seguito alla dissoluzione dell’Assemblea da parte di Macron si è incontrato con Bolloré per discutere della strategia elettorale del suo partito. In seguito Ciotti si è alleato con il RN (cosa che non tutto il suo partito ha approvato).
Lo storico della stampa Alexis Lévrier , lo definisce, su The Conversation, “un industriale che ha deciso di costruire un impero mediatico al servizio di un progetto politico, culturale e di civiltà”.
Nel luglio del 2024 due dei canali di Bolloré, C8 e NRJ12, hanno perso la licenza per l’uso delle frequenze TNT (digitale terrestre, canali gratuiti) per il 2025, dopo anni di sanzioni. La decisione è stata presa dall’Arcom (Autorité de régulation de la communication audiovisuelle et numérique, nata dal Consiglio superiore dell’Audiovisivo).
C8 e CNews hanno cumulato in 12 anni 44 sanzioni (tra multe, richiami etc) da parte dell’Arcom, tra cui non rispetto del pluralismo dell’informazione, offese e diffamazioni.
La questione è centrale perché la diffusione di questi canali è capillare, in parti della popolazione che votano il RN, che non hanno nessun tipo di informazione “alternativa”.
C’è poi un attore nuovo, Pierre-Edouard Stérin, fervente cattolico, e che si definisce libertaliano, e che ha tentato di comprare il settimanale Marianne da un altro miliardario, il ceco Daniel Kretinsky (che ha cambiato idea durante le discussioni). Stérin deve una grossa parte della sua ricchezza alle scatole regalo “Smartbox”.
Fino a poco tempo la stampa francese discuteva di Stérin come di un ulteriore attore ultraconservatore che voleva comprare un giornale senza pero’ un piano definito.
Invece. Il quotidiano l’Humanité ha pubblicato, il 18 luglio scorso, dei documenti che raccontano il “piano Périclès” (da un’omonima associazione che Stérin ha fondato, acronimo di “Patriotes, Enracinés, Résistants, Identitaires, Chrétiens, Libéraux, Européens, Souverainistes”): un piano di finanziamento di 150 miliardi di euro su 10 anni al Rassemblement national e a LR (Les Républicains, il partito di Ciotti) per promuovere i valori dell’estrema destra e “servire e salvare” la Francia. Il tutto, finanziando circoli di riflessione che puntano a influire sulla copertura mediatica.
Tra i valori che Stérin vuole finanziare e difendere, la “libertà individuale e imprenditoriale” la “famiglia” come “base della società”, il cristianesimo e l’”orgoglio per la nostra storia, la nostra identità e la nostra cultura”. Di fronte, tra i mali da combattere, “socialismo, wokismo, islamismo, immigrazione” e “secolarismo aggressivo”.
Un piano che va dalla formazioni di circoli intellettuali, fino alla formazione degli amministratori per vincere almeno 1000 comuni alle municipali del 2026.
In ultimo cito Rodolphe Saadé, armatore di Marsiglia, che ha comprato prima il quotidiano marsigliese, la Provence, per poi passare al colosso privato dell’informazione BFMTV. Il caso Saad édi sembra per ora diverso dai due precendenti, per configuarsi come quello “classico” dell’imprenditore che usa i media per servire il suo progetto imprenditoriale. Per ora, stando alle diverse analisi prodotte da giornalisti specializzati, il suo modello è quello dell’azienda applicato ai media.